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Criea

Paul Connett (Rifiuti Zero) all'Università di Catania

Incontro organizzato dall'Osservatorio Rifiuti del Comune di Catania

 
 
17 maggio 2011
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Un grande successo di pubblico ha ricevuto la lectio magistralis su "I principi della sostenibilità nella gestione dei rifiuti" di Paul Connett, professore emerito della St. Lawrence University di New York, che è stata tenuta nei giorni scorsi nell'aula magna del Palazzo Centrale dell'Università di Catania. Il professor Connett, fra rigore ed ironia, ha parlato della gestione integrata dei rifiuti in un'ottica di sostenibilità globale, descrivendo i presupposti e le modalità del modello "rifiuti zero".

Il convegno è stato organizzato dall'Osservatorio Rifiuti del Comune di Catania, in collaborazione con l'Ateneo catanese, il Criea (Centro Regionale Informazione ed Educazione Ambientale), il Cutgana (Centro Universitario Tutela e Gestione Aree Naturali e Agroecosistemi) e le associazioni Rifiuti Zero, Legambiente e Wwf.
I lavori, coordinati dal Presidente del Criea prof. Vincenzo Piccione, sono stati aperti dai saluti istituzionali del prorettore Maria Luisa Carnazza, in rappresentanza del rettore dell'Università di Catania prof. Antonino Recca, e dall'intervento dell'assessore all'Ecologia del Comune di Catania dott. Claudio Torrisi, che ha portato il saluto del sindaco Raffaele Stancanelli.
L'assessore Torrisi ha riferito in merito all'attività intrapresa dal neo costituito Osservatorio, annunciando l'inizio ormai imminente della raccolta differenziata di prossimità sul territorio comunale, primo passo verso una corretta e sostenibile gestione dei rifiuti, proprio nell'ottica del modello indicato dal professor Connett.

Nella sua lectio, l'esperto statunitense ha mostrato come il nostro stile di vita e i nostri consumi si basano su un modello di sviluppo lineare, quando invece il nostro pianeta è limitato e basato su un sistema ciclico. Per poter cambiare rotta verso uno sviluppo veramente sostenibile è necessaria una revisione totale del sistema produttivo attuale, che ha tra gli elementi più importanti proprio una corretta gestione dei rifiuti.

"La considerazione iniziale alla base di Rifiuti Zero - riferisce Connett - è la seguente: il trattamento dei rifiuti non è un problema tecnologico (le soluzioni tecniche ci sono già o si possono trovare incentivando la ricerca e stimolando il mercato e le aziende), né di managerialità (il know how dei tecnici e manager non evita lottizzazioni politiche, malaffare, sprechi), ma di strategia, organizzazione, educazione e progettazione industriale; oltre che, naturalmente, di corretta amministrazione pubblica".
Bisogna quindi puntare a tre obiettivi: primo, aumentare la responsabilità industriale a monte, affinché le aziende producano attraverso processi più sostenibili e soprattutto producano oggetti riutilizzabili finché integri e totalmente riciclabili una volta diventati un rifiuto; secondo, aumentare la responsabilità della comunità a valle, diffondendo capillarmente la conoscenza dei principi della sostenibilità ma anche sanzionando i comportamenti scorretti e premiando quelli virtuosi; terzo, arrivare ad una buona leadership politica, che permetta di "saldare" insieme i primi due obiettivi agendo con gli opportuni strumenti tanto sui produttori che sui consumatori.

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Un passaggio importante della relazione del prof. Connett è stato poi quello sulla raccolta differenziata, che rappresenta il modo più efficace, economicamente e tecnicamente, per raggiungere gli obiettivi di "Rifiuti Zero" per quanto attiene la fase di captazione degli oggetti "post-consumo".
Oltre che, anche se spesso ciò non viene  abbastanza sottolineato, quello che ha dato i migliori risultati sia economici sull'intero ciclo sia dal punto di vista ambientale e sociale (più posti di lavoro).

Proprio in merito a quest'ultimo aspetto sono state illustrate varie iniziative, già attive anche da molti anni in varie parti del mondo - Italia compresa -, che hanno portato alla nascita di aziende capaci di creare occupazione e benessere a livello locale: Urban Ore, centro di riutilizzo e riparazione, è citato da Connett come un esempio eccellente.

Nell'ultima parte della sua esposizione, l'accademico si è soffermato sulla necessità di minimizzare, fino ad azzerarla, la produzione di oggetti costruiti con materiali tossici o non riciclabili sempre nell'ottica di non arrivare al problema finale: il rifiuto. Così come, analogamente, bisogna proporsi di minimizzare il volume e il peso degli imballaggi e addirittura l'eliminazione di molti imballaggi (ad esempio incentivando massicciamente l'uso dei molti prodotti che si possono distribuire "alla spina"), nonché adottare standard produttivi per ridurre la necessità di gettare oggetti ancora del tutto funzionanti perché incompatibili con quelli di altri produttori (come nel caso degli alimentatori dei telefonini).

Il prof. Connett ha quindi evidenziato l'importanza della creazione di centri di ricerca in cui le eccellenze del tessuto locale devono mettersi in gioco in prima persona per suggerire a tutti i soggetti coinvolti le strategie migliori per raggiungere gli obiettivi fissati: eliminare i rifiuti seguendo i criteri precedentemente esposti, rendendo pressoché inutili fonti di inquinamento come inceneritori e discariche, e modificare i nostri stili di produzione e consumo nel segno della sostenibilità.
Ed ha concluso ribadendo come l'opinione pubblica debba esercitare la sua pressione verso i decisori politici affinché questi cambiamenti avvengano rapidamente, anche in ragione del fatto che le questioni ambientali non hanno alcun colore politico, essendo al di sopra di qualsiasi ideologia.

Subito dopo la lectio magistralis ha preso la parola il dott. Enzo Favoino, esperto del Ministero dell'Ambiente e Presidente dell'Osservatorio Rifiuti, che ha presentato la relazione "Riciclo e minimizzazione del residuo: la visione strategica e le buone pratiche operative", descrivendo alcuni casi concreti e confrontando pregi e difetti di diversi modelli operativi di gestione.

Prima dei saluti finali c'è stato il breve intervento del dott. Paolo Guarnaccia, in rappresentanza del Cutgana e delle associazioni ambientaliste, che ha portato all'attenzione la voglia di spendersi in prima persona delle tante forze della città, operando insieme per favorire l'attuazione della strategia rifiuti zero e riportare Catania a posizioni più lusinghiere di quelle attualmente occupate nelle classifiche delle città italiane per vivibilità e sostenibilità ambientale.

A chiusura dei lavori, il prof. Piccione del Criea ha chiarito come l'Osservatorio rappresenti il "luogo" ideale dove lavorare per uno scopo comune e una città pulita, attraverso la collaborazione di tutti i portatori di interesse, divenendo serbatoio culturale per le azioni future della raccolta differenziata, tra cui il graduale passaggio al porta a porta.