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In breve
Orto botanico

'I Fiori e il Mito', fotografia interpretativa di Gaetano Interlandi

Mostra presentata nell'ambito del programma della "Settimana scientifica"

 
 
05 novembre 2010
di Luisa Trovato

"Di sera Biancaluce emersa dagli oscuri abissi della carne virginea ostenti purezza, traslucidi petali, colorando di viola il blu dell'Universo e di sangue le labbra delle divina Saffo" tratto dall'opera fotografica "Rosa bianca" di Gaetano Interlandi.

La sinestesia è l'anima di  "I Fiori e il Mito", fotografia interpretativa proposta da Gaetano Interlandi, nell'ambito di una attività culturale presentata nei giorni scorsi all'Orto Botanico di Catania. Qui l'interpretazione del mondo floreale si affianca a quella delle leggende del mondo mitologico, per spiegare l'attinenza e la metodica nella scelta del nome del fiore.
Si affronta poi  l'aspetto cinestetico dettato dalle sensazioni che il fiore emana e, anche in questo caso, ritorna l'associazione con la figura retorica dell'accostamento di differenti sfere sensoriali: il vedere e il percepire, tramite mente ed olfatto.

L'interpretazione fotografica del "Malum Punicum - Melo Fenicio - Melagrana"  traccia la bisettrice fra la botanica e la mitologia. Se da una parte le conoscenze botaniche consentono l'apprendimento della flora, attraverso l'origine delle credenze mitiche si spiegano alcuni eventi naturali. Per interpretare ad esempio l'origine delle stagioni dell'estate e dell'inverno si fa riferimento al Mito di Demetra della cultura greca arcaica. La vicenda narra il ratto di Kore, rapita con l'attuazione di una serie di inganni da parte di Ade o Plutone, innamorato di Proserpina, figlia di Demetra. La fanciulla, con slancio femmineo, si avvicina ad un narciso, per sentirne meglio il profumo e, nell'atto di coglierlo, il suo bulbo, ovvero la parte estratta dalla terra, apre le porte degli inferi, facendola sprofondare.

Demetra, angosciata per la scomparsa di Persefone, fu avvisata da Elios, il Sole, che a rapire la figlia era stato Ade. Demetra abbandonò l'Olimpo e per vendicarsi, decise che la terra non avrebbe più dato frutti ai mortali, cosicché la razza umana si sarebbe estinta nella carestia e gli dei non avrebbero più potuto ricevere i sacrifici votivi degli uomini di cui erano tanto orgogliosi.

Alla fine Zeus, costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli stessi dei, inviò Ermes, il messaggero degli dei, nell'oltretomba da Ade, per ordinargli di rendere Persefone alla madre. Ade, inaspettatamente, esortò Persefone a fare ritorno dalla madre. L'inganno era in agguato, Ade, prima che la sua dolce sposa salisse sul cocchio di Ermes, fece mangiare a Persefone sei chicchi di melagrana, compiendo il prodigio che le avrebbe impedito di rimanere per sempre nel regno della luce.

Grande fu la commozione di Demetra quando rivide la figlia ed in quello stesso istante, la terrà ritornò fertile ed il mondo riprese a godere dei suoi doni. Solo più tardi Demetra scoprì l'inganno teso da Ade. Persefone, avendo mangiato i chicchi, doveva far ritorno nel regno dei morti per un lungo periodo. Questo era il volere di Zeus.
Demetra decretò che, nei sei mesi, poiché erano sei i chicchi di melagrana mangiati, che Persefone fosse stata nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all'autunno e all'inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all'estate.
Per quanto attiene invece alla parte botanica, le curiosità relative all'impollinazione rievocano sempre il nesso a comportamenti mirati alla riproduzione.

Il fiore, caratterizzato da petali di proverbiale bellezza, alla stregua di un adescatore, serve per invitare gli insetti al suo centro, dove le zampette e le antenne si impregnano del polline presente sulle antere e, in sequenza, tale patrimonio genetico viene depositato nel pistillo del fiore incontrato lungo il volo nei campi.
Il fiore è dunque espressione pura di sessualità e di amplessi legati ai vari agenti dell'habitat naturale.
L'attività culturale "I Fiori e il Mito", fotografia di Gaetano Interlandi è stata presentata nell'ambito del programma della "Settimana scientifica", organizzata dalla facoltà di Scienze Naturali, Matematiche e Fisiche dell'Università degli Studi di Catania. L'evento ha avuto pregevole riscontro del pubblico intervenuto, che ha apprezzato anche gli interventi del direttore dell'Orto Botanico di Catania Pietro Pavone e del direttore del Museo d'Arte Contemporanea (MACC) Domenico Amoroso.

Erano altresì presenti all'incontro Gaetano Russotto, Marina Intelisano, Cristina Lo Giudice. La collezione presentata si compone di trenta opere fotografiche da cui emerge "l'aura" dei fiori, nella elaborazione estetica effettuata dall'Autore.