Il 105° congresso della Società Botanica Italiana si è svolto quest'anno a Milano, nell'Aula Magna dell'Università Statale. Il rettore Enrico Decleva ha salutato con plauso l'iniziativa della SBI che per la prima volta nella sua storia di 122 anni ha celebrato il congresso nazionale in Lombardia. Egli si è detto lusingato di ospitare tanti soci SBI e i numerosi relatori italiani e stranieri come Miltos Tsiantis dell'Università di Oxford, Tiziana Ulian della Kew's Millennium Seed Bank, Elena Conti dell'Università di Zurigo, Michael Arnold dell'Università della Georgia USA e numerosi altri.
Il congresso ha avuto per tema il binomio Società e Botanica. Il presidente della Società, prof. Francesco Maria Raiomodo dell'Università di Palermo ha scelto questo tema per avviare nuovi studi sulle realtà urbane e il patrimonio vegetale. Nella sua prolusione ha ribadito che "le collezioni scientifiche costituiscono una fonte primaria da cui attingere dati sulla biodiversità" e che questi "dati sulla flora, sono integrabili con altre informazioni del territorio e rappresentano conoscenze di base necessarie per operare scelte strategiche nell'ambito di azioni volte alla gestione e alla valorizzazione della biodiversità.
L'incontro si è articolato in sei simposi: Biodiversità, Evo-Devo, Biologia Riproduttiva, Speciazione ed Evoluzione, Conservazione - Recuperi - Reintroduzioni, Piante e Società e nella esibizione di numerosissimi poster riguardanti la Biologia cellulare e molecolare, l'Algologia, l'Ecologia, la Floristica, la Lichenologia, la Micologia, gli Orti Botanici, la Paleobotanica, la Palinologia, le Piante officinali, la Vegetazione ecc.
Il programma ha incluso anche una lode a Sandro Pignatti, per celebrare il suo ottantesimo compleanno. Nel suo intervento, l'illustre botanico, che ha dedicato la sua vita allo studio della flora italiana e straniera, ha sottolineato l'interconnessione tra società e botanica. Ha auspicato che "la visione globale delle problematiche ambientali deve tener conto della scienza sociale e dei cambiamenti incombenti nella società. Lo studio della vegetazione, non solo italiana, ha prodotto una mole di dati che sono quasi una dichiarazione d'amore verso l'ambiente e in particolare verso gli habitat naturali". I botanici oggi devono rivolgersi a quella parte della popolazione che si dimostra interessata alla salvaguardia del globo, con l'augurio che quest'ultima sia, a sua volta, portavoce della lezione di amore del patrimonio naturale.
La Società Botanica Italiana, fondata a Firenze nel 1888, è una società scientifica tra le più antiche d'Italia e trae la sua origine dalla Società Botanica Fiorentina, prima associazione botanica in Europa, sorta nel 1716 per volontà di Pier Antonio Micheli. La scuola botanica, quindi, ha origini fiorentine, e nel tempo, ha evidenziato la tenacia di uomini lungimiranti, che con i loro studi sulle piante ne hanno accresciuto l'importanza istituzionale a servizio della società.
Il futuro della SBI è proteso alla individuazione di programmi utili alla società, per potenziare lo sviluppo sostenibile per l'ambiente. Oggi l'unico sviluppo possibile è preservare la terra da danni irreparabili per la sua sopravvivenza.
Esiste di fatto una condizione reale di allarme e di rischio per tutti gli habitat naturali e diviene necessario intervenire con azioni preventive per scongiurare lo sfruttamento continuato delle risorse ed una politica economica non funzionale per il futuro. Il pianeta ha bisogno di strategie economiche che posino le basi sull'ambiente, l'unica vera risorsa da proteggere e vera equazione economica, stabilendo la proporzione botanica = economia.
Il rispetto per l'ambiente dà luogo ad ecosostenibilità, estendendo a tutti gli esseri viventi la possibilità di abitare la terra. La parola d'ordine "in assoluto" è: conservazione.
L'organizzazione si è avvalsa di un comitato scientifico costituito, tra gli altri, da Carlo Blasi (Università Roma), Giuseppe Dalessandro (Università Lecce), Francesco M. Raimondi (Università Palermo), Graziano Rossi (Università Pavia), e di un comitato organizzativo con Carlo Andreis (Università Milano), Barbara Basso (Università Milano), Claudio Longo (Università Milano), Sergio Sgarbati (Università Milano Bicocca).
Fra gli interventi dei botanici siciliani segnaliamo: "Relazioni genetiche e filogeografiche tra popolamenti di Ambrosina bassii L. (Araceae Ambrosineae) nel Mediterraneo centrale" di A. Troia, A. Geraci, F.M. Raimondo del Dipartimento di Scienze Botaniche dell'Università di Palermo. Lo stesso Dipartimento palermitano, in collaborazione con il Royal Botanic Garden di Kew (UK), ha presentato la comunicazione: "The new Access and Benefit Sharing Protocol under the CBD. Implications for non commercial research" di G. Sajeva, N. Ali, C. Williams, M. Sajeva, N. McGough.
Nutrita la presenza sicula anche per la sezione Poster, di cui segnaliamo "Posidonia oceania meadow - scale state of heath monitoring through ISSR genotypin: a preliminary study" studio presentato in collaborazione e con IBM Italia S.p.a. e il Laboratorio di Biologia Molecolare del Dipartimento di Botanica dell'Università di Catania.
Altro interessante contributo del Dipartimento catanese, in collaborazione con quello di Scienze Botaniche di Palermo e il Botanic Garden dell'Università di Zagabria, ha riguardato il lavoro Allium paniculatum L., una specie critica ed erroneamente interpretata della flora europea" realizzato da S. Bogdanovic, C. Brullo, G. Giusto del Galdo, P. Pavone, C. Salmeri.
Il Dipartimento di Botanica di Catania ha prodotto anche il lavoro "Qualità climatica (sensu Medalus) della Sicilia relazionata alla capacità mitigativa della vegetazione" di A. Duro,V. Piccione, C. Scalia, V. Veneziano.
A seguire altri studi sono stati presentati dal Dipartimento di Scienze Botaniche di Palermo come: Analisi molecolare in popolazioni di Prunus mahaleb (Rosaceae) della Sicilia" di E. Spallino, A. Scialabba, F.M. Raimondo; "Caratterizzazione morfologica di cultivar del genere Prunus (Rosaceae, Prunoideae) in Sicilia" di A. Geraci, V. Polizzano, P. Marino, R. Schicchi; "Indagini morfologiche e corologiche sulle popolazioni siciliane del genere Sorbus subgen. Aria (Rosaceae, Maloideae)" di G. Castellano, R. Schicchi, F. M. Raimondo; Osservazioni su un caso di conservazione di convergenza adattiva: Dianthus arrostii (Cariophylliaceae) e Plangago subulata subsp. humilis (Plantaginaceae)" di P. Colombo, V. Ilardi, R. Perrone. Infine la collaborazione tra il Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale dell'Università "Federico II" di Napoli, il Dipartimento D.A.C.P.A e il Dipartimento di Botanica dell'Università di Catania ha prodotto il lavoro "Neotinea commutata (Tod.) R. M. Bateman ed il ruolo della poliploidizzazione nella genesi di endemismi insulari" di G. Pavearese, V. Tranchida Lombardo, R. Galesi, A. Cristaudo, S. Cozzolino.