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In breve
Orto botanico

Presentato il romanzo "Voltati" di Rita Cocuzza


 
 
14 luglio 2009
di Luisa Trovato
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"Eccoli, i suoi quadri erano lì, bellissimi, pulsanti di vita, di energia. I paesaggi erano come geografie dell'anima, carichi d'implicazioni, di simboli.Vedere quei quadri era stato come leggere una parte della mia vita, percorrerla attraverso una mappa interiore che raffigurava vulcani di passione, deserti di vuoto, fiumi di coscienza" (da "Vòltati" di Rita Cocuzza).

La geografia del romanzo "Vòltati" di Rita Cocuzza, edito dalla romana Aracne, mostra paesaggi e luoghi dell'anima che sapientemente sono stati rievocati nel corso della presentazione che si è tenuta presso l'Orto Botanico di Catania.
".i sensi sollecitati dall'aria calda e dolce della sera, si riaffacciavano al mondo, timidi. Un meraviglioso miscuglio di Mediterraneo e d'Oriente."

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Le geometrie d'arte moresca, le luci ambrate, gli squarci d'arco delle stupende dracene, le colonne ioniche, i bracieri infuocati, hanno fatto da supporto scenico alla presentazione di Giuseppe Lazzaro Danzuso, giornalista - scrittore e di Alberto Giovanni Biuso, docente di Filosofia della Mente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Catania.
L'attrice Sibilla Zuccarello e il violinista Vincenzo Di Silvestro hanno fatto affiorare, in un ensemble, il pathos e la vibrante teatralità del romanzo, attraverso il suono unanime di violino e voce.

Lazzaro Danzuso ha prodotto un'anamnesi classica di Ines, protagonista del romanzo, che, a suo avviso, è eroina di una tragedia in senso greco, dove il dramma è azione vissuta e subíta ed Ines è ad un tempo colpevole e innocente. Tra i personaggi simbolici che ruotano attorno alla protagonista c'è poi il marito, incarnazione del potere, dalle rigide imposizioni di una società borghese come quella siciliana, alle cui convenzioni Inès cerca di piegarsi docilmente costruendo un'immagine esterna di se stessa 'socialmente perfetta. Ma il suo corpo non lo permetterà".

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"Quel processo, iniziato nella prima stanza, culminava in quell'ultimo quadro. Stava a me, ora, cogliere il senso, il messaggio. La donna, prima solo accennata era diventata prepotentemente compiuta, definita. La donna teneva in mano una fiaccola, capelli fulvi, mossi dal vento, lo sguardo pervaso da un inquietante furore, la bocca carnosa, semiaperta, che sembrava parlasse; con l'altra mano accennava solo un invito a seguirla, i suoi occhi magnetici sembrava mi fissassero, li sentivo miei.."
Inès - ha spiegato Biuso - subisce una metamorfosi, vissuta come vittoria nei confronti di se stessa, valicando i limiti imposti dalla società. Il mutamento è da ricercarsi nell'andirivieni della memoria, che dona e rilascia, nell'avvicendarsi del cambiamento, l'equilibrio mente - corpo della protagonista.

"Notai una maschera poggiata su un divano.senza pensarci due volte la indossai, imboccando un lungo corridoio dalla luce fioca. Il corridoio finiva con una porta a due battenti. L'aprii, una musica seducente m'investì, trascinandomi con dolcezza in un'atmosfera surreale. Erano tutti molto eleganti e rigorosamente mascherati".  
La memoria è, dunque, meccanismo efficace per una ricostruzione e la conquista di una terra chiamata corpo, e per ricondurre la mente ad una scelta consapevole del sé e del ruolo giocato nell'ambito della società.