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In breve
Orto botanico

Collettiva d'arte e concerto del duo pianistico Emma Chiaramonte e Puccia Zappalà


 
 
09 gennaio 2009
di Luisa Trovato
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L'Associazione culturale Morfosis Giovani Architetti della Provincia di Catania ha concluso l'esposizione della Collettiva d'Arte "Le Metamorfosi" all'Orto Botanico di Catania con  un concerto del "Duo pianistico" formato da Emma Chiaramonte e Puccia Zappalà.
Il repertorio musicale della serata ha visto l'alternarsi dei brani "Petite suite - Marche ecossaise sur un theme populaire" di C Debussy,  "Fantasy un f minor op. 103"di F. Schubert, "Hungarian dances n.1, 2, 5" di J. Brahms.

Si vuole ricordare che la presentazione della Collettiva d'Arte è stata curata dagli architetti Andrea Toscano, Giuseppe Cammaroto, Ivo Celeschi, e sostenuta da Antonio Licciardello, presidente dell'Ordine degli Architetti di Catania. L'iniziativa è stata salutata con favore dal direttore dell'Orto Botanico P. Pavone.

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L'Associazione Morfosis, tramite la collettiva d'arte, ha voluto mostrare le trasformazioni del territorio metropolitano, totale ed irreversibile o parziale e temporanea; trasformazioni rapide, istantanee oppure scandite nel tempo e per fasi; mutamenti con risultati che stanno a significare uno stato migliorativo o di degrado. 

In tutti i casi, unico messaggio delle infinite forme metamorfiche è l'indice del cambiamento: l'esistenza che si trasforma, si evolve, si adatta. Gli artisti, con linguaggi e tecniche differenti (pittura, scultura, design, fotografia, musica), si sono confrontati sotto questa unica tematica, con l'intento di stimolare ogni senso percettivo del fruitore, attraverso la combinazione e le metamorfosi di forme, colori, materiali e suoni.
Hanno partecipano nella qualità di artisti: "2C Workshop, Antonella Arancio, Daniele Casaburi, Carmelo Grasso, Anna Rita Marcantonio, Salvatore Borzì, Ninni Maugeri, Veronica Militello, Agata Petrillo, Zero Architetti, Emma Chiaramonte, Puccia Zappalà.
Fra gli intervenuti alla conferenza si ricorda l'arch. Antonio Licciardello, presidente dell'Ordine degli Architetti di Catania, che ha manifestato il suo plauso, indicando la manifestazione quale momento propositivo e di testimonianza della categoria.

Il direttore dell'Orto Botanico Pietro Pavone, dal canto suo, ha riferito le varie fasi di ristrutturazione dell'Orto, dotato nuovamente del Tepidarium, serra che contiene piante tropicali e sub-tropicali, e riqualificato nella parte dell'Hortus Siculus, dove la  sistemazione delle piante, per ambienti, fa intuire la varietà dei paesaggi siculi, caratterizzata dalla presenza delle rupi vulcaniche e calcaree. Giuseppe Cammaroto di Morfosis ha prescelto l'Orto Botanico per quel grado tipizzante di perpetua metamorfosi. Qui la natura non ha mai un senso di pausa e sempre s'imbatte in nuove cangianti evoluzioni.


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Si ringraziano gli artisti che hanno aderito all'iniziativa collaborando alla realizzazione dell'evento di Morfosis. La collettiva d'arte è occasione di accrescimento delle potenzialità di ciascun artista, che tramite la comunanza di altri linguaggi, affina la propria creatività, proiettandola in una sfera sempre più individuale.

Ivo Celeschi nella sua presentazione afferma - il sentore della trasformazione si avverte già dal valore delle parole. Molti si sono imbattuti nella ricerca dottrinale del tema "mutamento", implacabile sino alla morte, ultimo stadio della metamorfosi... l'uomo delle caverne s'innamora della conchiglia per la bellezza e la forma, non badando alla sua funzionalità, iniziando a pensare al luogo in cui vivere con un'idea nuova.allo stesso modo si deve interpretare sempre in modo diverso la realtà -.

A suo parere esiste una paura del nuovo e la tendenza, contrapposta all'eterno cambiamento, di conservare le strutture paesaggistiche identiche al passato senza idee di trasformazione. Mentre da un'altra parte esplode l'idea del nuovo, del modernissimo soprattutto negli oggetti di telefonia dove il design deve rappresentare il massimo dell'espressione d'avanguardia.

La categoria degli artisti e degli architetti di solito si etichetta come diversa, oggi, anche se reputata sconfitta, deve mantenere la natura ribelle che precede l'affermazione. Francesco Furnari del Dipartimento di Botanica riferisce che l'arte è sempre un'espressione libera, ma il contesto in cui essa va collocata deve essere rispettato, soprattutto se le opere esistenti hanno canoni tradizionali e storici.

Secondo l'architetto Giacomo Leone i tempi dell'architettura volgono al termine, si è giunti ai margini ed occorre guardare oltre. Gli anni '50 del XX secolo hanno rappresentato il tempo importante per l'architettura internazionale. L'architetto è l'inventore di spazi.

L'arte moderna rappresenta oggi il  mondo da cui attingere per interpretare gli ambienti - Pasolini diceva che un buon insegnante impara insegnando - così partendo da altre realtà si colgono gli aspetti insoliti e i colori tipici dei posti più poveri. La globalizzazione allatta col latte del razionalismo e si realizzano opere sempre più scolorate. Altro aspetto da valutare è la committenza, cambiata radicalmente. Un tempo si poteva contare sugli amanti dell'arte e dell'architettura, investitori nel settore artistico in genere, oggi non si gode più di preziose risorse da parte di magnati e tutto rimane tale e quale, anzi molte opere esistenti rischiano addirittura la rovina totale.

Secondo l'architetto Cherubino Gambardella bisogna scrivere fra scritture interrotte, avviando dei meccanismi fermi, riscoprendo dalla marginalità l'originalità, nuovo confine della bellezza. Da qui è possibile incidere e ammaliare le scritture spente. Le committenze, ormai indeterminate, sono condizionate dall'economia bassa, e il pubblico a sua volta viene influenzato dalle mode a buon mercato, diviene dunque necessario adeguarsi per lavorare nel settore.