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In breve
Orto Botanico

La rete ecologica dei Monti Peloritani


 
 
05 maggio 2008
di Luisa Trovato
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Nell'ambito dei convegni legati alle reti ecologiche, si ritiene d'uopo riservare uno spazio a "La Rete Ecologica dei M.ti Peloritani", quale contributo all'istituzione del Parco naturale dei M.ti Pelotitani.

La connettività ecologica, in area protetta, può essere l'elemento portante di una programmazione rivolta all'istituzione di una nuova area destinata a Parco Naturale. La proposta avanzata dal Comitato, costituitosi a Messina, si affianca alla politica sulle aree protette avviate dall'ARTA Sicilia, e merita una rapida soluzione, al fine di preservare queste porzioni di territorio siciliano, meritevole di attenta tutela e gestione; questa l'introduzione di Giuseppe Ronsisvalle, docente di Conservazione della Natura ed Ecologia Applicata - Dipartimento di Botanica dell'Università di Catania, che afferma - nell'ambito della sua descrizione "Fiumare del messinese corridoi ecologici per la salvaguardia del territorio" - gli ambienti esaminati, nel corso della nostra indagine, presentano a causa delle opere di sistemazione idraulica, realizzate lungo il letto e sulle sponde delle fiumare, differenti valori di naturalità ed una accentuata frammentarietà , e l'attività antropica, anche contribuendo alla formazione di fragili eco-sistemi, per altri versi ha determinato conseguenze devastanti dal punto di vista ambientale- .

All'incontro di stamani era presente per un saluto anche il rettore dell'Università di Catania Antonino Recca, il pro-rettore Antonio Pioletti, e il direttore dell'Orto Botanico Pietro Pavone.


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Definire gli spazi di un corridoio ecologico, individuata una rete ecologica, significa incremento della flora e della fauna e riqualificazione ambientale.

Mentre nell'analisi proposta da José Gambino -docente di Geografia Umana Università di Messina - si sottolinea l'originalità del paesaggio ed in particolare degli aspetti naturali- antropici, tale da ritenere l'epiteto di "Polo di Eccellenza" territoriale sia pure per gli aspetti storico- naturalistici della Sicilia. Si constatano peculiarità geo-morfologiche , idrografiche, climatiche, ma anche le specialità della organizzazione umana dello spazio, data l'ulteriore caratteristica fondamentale di insediamenti di piccole  dimensioni di grande tradizione, gravati negli ultimi decenni da un flusso migratorio. Tali insediamenti, data la rilevanza, sono stati inseriti, dall'Osservatorio della Montagna della Regione Sicilia, nelle liste rosse delle sedi umane, per cui se non si interverrà immediatamente, si registrerà la morte demografica annunciata. Uno strumento per invertire la tendenza negativa, nell'ambito di un modello di sviluppo sostenibile puo' essere data dall'Istituzione del  Parco dei Peloritani, che si potrebbe connettere agli altri parchi della Sicilia Orientale e della Calabria meridionale di tutta l'area intorno lo Stretto di Messina rappresentante una fascia terrestre marina di connessione all'interno della rete ecologica europea EECONET (Europeean Ecological Network). Quest'area che costituisce esempio di intreccio tra corridoio marino (Stretto di Messina e una rete di corridoi fluviali fra cui il blueway marino), si qualifica come raccordo tra i blueways fluviali dell'Aspromonte (in cui già esiste il Parco) e dei Peloritani, in cui il parco è da istituire. 

Altro intervento di alto profilo, viene riferito da Giuseppe Giaimi - presidente Comitato Promotore del Parco dei Peloritani, che designa questo luogo quale "Parco dei Due Mari", data la sua collocazione  strategica e - afferma- si vogliono puntare i riflettori sui M.ti Peloritani che per lungo tempo sono stati trascurati. Già si parlava di istituire il parco negli anni '70. Sono stati invece istituiti i seguenti parchi naturali: Etna, Madonie, Nebrodi ed il Parco fluviale dell'Alcantara. Si è iniziato a parlare di parco nazionale anche per la zona dei Sicani e degli Iblei, ed ancora recentemente si parla di instituzione nazionale anche per le Isole Egadi e le Eolie, mentre incomprensibilmente non si è detto nulla in merito ai Peloritani.


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Il secondo obiettivo  mira a fare un computo dal punto di vista tecnico-scientifico (geologia, botanica-flora , informazioni forestali, fauna) che per quelli etno-antropici (costruzioni di pregio: castelli, torri di osservazione, strade militari di Cresta - da Messina a Novara di Sicilia -, forti militari di fine '800, detti Forti Umbertini- esempi di architettura militare). Il Comitato mira inoltre ad evidenziare e a costituire un modello di sviluppo economico-sociale compatibile con la preservazione dell'ambiente. Questo anche per la conformazione geo-morfologica delle montagne che non consentono il mantenimento delle attività tradizionali, come l'agricoltura e l'allevamento del bestiame, entrati in crisi con l'apertura dei mercati globalizzanti.

Il Parco diviene volano e valore aggiunto per gli intenti di tutela e di sviluppo, allacciando alla rete dei parchi esistenti anche l'area dei M.ti Peloritani.     

Si rinnova ancora il concetto relativo alla creazione di un parco naturale, in quanto la sua istituzione consente di pensare adeguatamente alla conservazione degli habitat ed al relativo miglioramento dei popolamenti vegetali e faunistci, nonché degli insediamenti dell'uomo  a cui poi si affidata la corretta gestione del territorio.

Sono ancora intervenuti Antonia Messina - docente di Petrologia e Geologia del Cristallino Università di Messina, Rosa Maria Picone - docente di Botanica Sistematica Università di Messina, Federico Maetzke - docente di Selvicoltura Università di Palermo, Antonia Donato - docente di Anatomia Comparata dei Vertebrati Università di Messina, Anna Giordano - responsabile Tutela Biodiversità del WWWF Italia, Mario Centorrino - Ordinario di Economia Politica Università di Messina.