(ANSA) - NAPOLI, 4 DIC - "L'università in Italia sta messa peggio di come potrebbe ma meno di come si racconta: ci sono più fondi a disposizione dell'anno scorso ma è ancora grande il distacco da colmare rispetto agli altri Paesi europei".
E' quanto ha detto il ministro per l'Università e la ricerca scientifica, Fabio Mussi, intervenuto a Napoli nel corso del convegno 'Dalla ricerca all'innovazione: la nascita di nuove imprese per lo sviluppò. Secondo i dati forniti da Mussi "in Finanziaria c'é stato un incremento di 630 milioni di euro per tre anni nei fondi per Università e ricerca, per un totale di 1 miliardo e 600 milioni di euro". Una cifra, secondo il ministro, "consistente per le finanze italiane e tuttavia non sufficiente a far recuperare il gap accumulato rispetto ad altri paesi europei".
Secondo Mussi "il resto del mondo corre più veloce di noi anche in termini di risorse investite: su scala globale c'é stato un incredibile boom che ha triplicato gli investimenti in ricerca, da 300 miliardi a mille miliardi di dollari in 15 anni". Stridente il contrasto con i dati sulla ricerca in Italia. "Negli ultimi dieci anni - ha detto Mussi - la curva degli investimenti è rimasta piatta. Le elite politiche italiane sono arretrate nel capire la centralità strategica di istruzione, formazione e ricerca scientifica".
Secondo i dati forniti dal ministro gli investimenti pubblici sono inferiori del 20% rispetto alla media europea, e quelli delle imprese private inferiori del 70%. Insomma, la media italiana è una cifra "catastrofica": 2,2% rispetto alla media europea del 5,5%. Inoltre, ha fatto notare Mussi, nel Belpaese si lavora di più rispetto alla media europea e si produce di meno, e la competitività è così scesa a livelli bassissimi.
In Italia c'é un ricercatore ogni 1000 abitanti eppure la ricerca italiana è terza al mondo per produttività. "A riprova - secondo il ministro - di una grande vitalità che dovrebbe avere sponde politiche per esprimersi al massimo". Dal ministro, poi, anche un invito alla meritocrazia. "L'ottimo studente - ha detto - deve avere più spazio del mediocre allievo". Per Mussi "bisogna avere la capacità non solo di trattenere i cervelli evitandone la fuga, ma anche saper attrarre conoscenze e competenze dall'estero. Solo in questo modo si potrà smuovere il dato attuale sulla ricerca in Italia".