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Università

De Mauro: "Solo la scuola fa crescere la società"


 
 
01 dicembre 2017

(di Carla Sannia) (ANSA) - ROMA, 29 NOV - "Bisogna continuare a lavorare perché i gruppi dirigenti tutti capiscano quanto è importante, anche in termini di puro sviluppo economico, la crescita di conoscenze e capacità, che solo le scuole e le università possono garantire".

Lo ha detto Tullio De Mauro oggi, giorno in cui l'università La Sapienza ha organizzato una cerimonia per festeggiare i suoi 50 anni di attività scientifica e didattica. Per De Mauro, in questi anni, "in Italia, come in ogni altro paese, l'università si è aperta a strati sociali più ampi di studenti e a nuovi campi di ricerca e di formazione, che devono trovare ancora il modo di convivere in modo unitario. Nel nostro paese, purtroppo, questo processo si è svolto in modo a tratti caotico, senza un'accurata progettazione nazionale".

Sul fronte della "linguistica democratica", il campo in cui De Mauro, 75 anni, si è speso particolarmente, ci sono stati, secondo lui, dei risultati. "Una parte notevole degli insegnanti, tra un quarto e la metà, si stima, si è attivamente impegnata a promuovere quel dominio dei linguaggi, che è essenziale nello sviluppo di tutte le conoscenze e capacità degli allievi, dalla scuola di base alle università".

In particolare per quanto riguarda la formazione degli insegnanti, secondo De Mauro, l'obiettivo principale è quello di "arrivare a costruire uno standard comune a tutti. Ci sono segni positivi, come le nuove indicazioni per il curricolo della scuola di base, varate dal ministro Fioroni ma bisogna che un piano di aggiornamento nazionale porti tutti gli insegnanti, e non solo una parte, pur consistente, a saper tradurre le indicazioni in pratica didattica attiva".

Nella cerimonia di oggi, nell'aula I della facoltà di scienze umanistiche, dopo il saluto del rettore Renato Guarino, De Mauro, che ha insegnato nella facoltà di Lettere e Filosofia dal 1974 e in quella di Scienze umanistiche dal 2001, nella sua lectio magistralis si è soffermato su un concetto. "Quello che ho imparato dai miei professori e cercato di insegnare ai miei allievi - ha detto - è che l'intelligenza umana è flessibile, sa e deve specializzarsi, ma è e resta una, una è la radice di ogni sapere critico, in qualsiasi ambito scientifico ci si muova".