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Università

Mussi, nel 2008 concorsi e meno numeri chiusi


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - MILANO, 26 NOV - Nel 2008 proseguirà il processo di riforma per l'avanzamento delle carriere universitarie e saranno riaperti i concorsi per professori associati e ordinari.

Lo ha annunciato il ministro dell'Università e la Ricerca, Fabio Mussi, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell' Anno Accademico 2007-2008 dell'Università di Milano-Bicocca. Nel 2008 verrà inoltre "ulteriormente ridotto - ha detto il ministro - il numero delle facoltà che fanno ricorso al numero chiuso, che l'anno scorso è balzato da 138 a 980, e che quest' anno è già stato ridotto a 920, troppo poco rispetto all' aumento del 500% in pochi anni".

Quanto al finanziamento della ricerca, tema centrale della presentazione fatta dal rettore dell'Università Milano-Bicocca, Marcello Fontanesi, Mussi ha ricordato che "se l'anno scorso la finanziaria è stata dedicata soprattutto a fermare la corsa del deficit, nella finanziaria di quest'anno c'é qualcosa di meglio e di diverso".

Il ministro ha citato i 550 milioni di euro per tre anni (pari a 1,650 miliardi). "Un fondo - ha detto Mussi - che sarà impiegato sulla base di un patto" che fa riferimento alla garanzia di trasparenza dei bilanci, "e il 5% sarà premiale sulla base della valutazione. Perché verranno premiate non solo le eccellenze, ma anche i miglioramenti".

Nel frattempo, i ricercatori italiani sono stati i primi in assoluto, in Europa, a presentare progetti di ricerca nell' ambito del VII programma quadro dell'Unione europea. "L' obiettivo che ci eravamo posti - ha detto Mussi - era di passare dal 9% della volta scorsa al 14%. E questo traguardo è stato raggiunto, perché i 70 progetti presentati rappresentano proprio il 14%". "Stanno sollevando - ha detto il ministro - l'allarme sulla competitività e sulla produttività oraria del lavoro: siamo l'unico paese oltre a Malta ad avere un segno 'meno' davanti alla voce 'produttivita'' e i due rapporti OCSE ci danno agli ultimi posti per investimenti in formazione e ricerca, ma è sorprendente che in questa situazione abbiamo 20 atenei fra i primi 500 del mondo, il 4%. Questo mi fa dire a Tommaso Padoa Schioppa che fra la spesa pubblica italiana il segmento più efficiente è proprio quello della spesa per l'università e la ricerca scientifica".

E in un'altra occasione, nella sua giornata milanese, Mussi è tornato sull'argomento: "Se si parla di investimenti - ha detto - siamo il fanalino di coda perché siamo poco sopra l'1% del Pil quindi sotto le medie europee e Ocse. Se però andiamo a vedere cosa estraiamo da questo 1%, ci accorgiamo che 'fanalino di coda' non è l'espressione adatta per l' Italia. I nostri ricercatori - ha spiegato - sono valutati terzi migliori al mondo per produttività pro-capite e abbiamo innumerevoli settori di qualità ed eccellenza. Insomma, si potrebbe dire che siamo bravissimi ad estrarre il sangue dalle rape".