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In breve
Italia-Francia

Mussi: importanza strategica ricerca in Europa


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - PARIGI, 11 OTT - La ricerca e la formazione di eccellenza come necessità per far fronte alle sfide che arrivano dall'Asia e dagli Stati Uniti, il ruolo dell'Europa e quello delle imprese in questo scontro planetario è stato al centro di una iniziativa italo-francese cui hanno preso parte i ministri della ricerca dei due paesi,Fabio Mussi e Valerie Pecresse, gli ambasciatori italiano a Parigi Ludovico Ortona e di Francia a Roma, Jean-Marc de la Sabliere, il direttore generale di Finmeccanica Giorgio Zappa, il presidente e direttore generale di Thales, Denis Ranque, rappresentanti di università e di responsabili dell'Unione europea.

L'obiettivo dell'incontro che si è svolto nella sede di Science Po a Parigi è di mettere a fuoco nuove strade per rendere più dinamico il sistema europeo di ricerca e di formazione e come i due paesi possono giocare un ruolo propulsore in questa fase. Il ministro Fabio Mussi ha ricordato l'importanza strategica dei temi discussi: informazione superiore e ricerca negli ultimi 15 anni a livello mondiale si è passati da circa 300 a un migliaio di miliardi di dollari, rappresentano "la chiave che apre il futuro". Quindi come sta l'Europa e quale sia la visione di Francia e di Italia ha un suo peso, ha aggiunto il ministro che ha ricordato la "sintonia" tra i due paesi e "un forte orientamento alla cooperazione" nel quadro europeo. In un incontro di lavoro che ha preceduto il convegno i due ministri hanno discusso a lungo di formazione degli insegnanti, di poli di competitività industriali, di collaborazione tra i poli francesi ed italiani; sono stati presi in esame anche le grandi aree di collaborazione come quella nel settore spaziale e i progetti sull'Antartide.

Ma soprattutto si è discusso di università e di riorganizzazione del sistema, che vede la Francia avviare un piano di autonomia per i suoi centri superiori che l'Italia ha già avviato da alcuni anni e che ora deve intervenire per correggere - ha ricordato il minstro- alcuni affetti collaterali non desiderati, riproponendo i temi legati al principio di responsabilità, di nuove forme di governance, di regole generali, riproponendo l'autonomia "all'interno di un quadro chiaro di regole". Il ministro ha ricordato che negli Stati Uniti per ogni dollaro investito dallo stato nella ricerca le imprese ne investono tre, mentre in Italia per ogni euro statale le imprese ne investono 0,50.

"C'é una scarsa propensione delle imprese a rischiare ed a investire nei settori di ricerca e sviluppo" ha detto Mussi che ha ricordato che da un lato ce"é la tipologia della struttura industriale italiana che non aiuta a fare investimenti massicci, ma in parte ci sono anche aspetti legati a specifiche "inclinazioni della nostra imprenditoria". In Italia lo Stato nella ricerca fa circa il 20%-30% di investimenti sotto il livello medio europeo sempre nel settore pubblico; le imprese italiane sono invece - ha aggiunto il ministro - "sotto l'80% ".