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Università

Atenei Usa migliori grazie ad autonomia


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - PARIGI, 10 SET - Più un'università è autonoma e ben finanziata, più è competitiva sul piano della ricerca e quindi bene posizionata nelle classifiche internazionali tra le migliori scuole. Inoltre ogni centesimo supplementare investito ha tanti più effetti positivi sui risultati di un'università quanto più è elevato il grado di libertà di quest'ultima nella gestione del proprio budget.

E' quanto emerge da uno studio del Centro europeo Bruegel di Bruxelles - pubblicato dal quotidiano francese Le Monde - realizzato da cinque economisti: Caroline Hoxby e Philippe Aghion, professori all'Università di Harvard, Mathias Dewatripont e André Sapir, dell'Università libera di Bruxelles e Andreu Mas-Colell, dell'Università di Pompeu Fabra di Barcellona. Gli autori dello studio si sono basati su diverse fonti, tra cui la classifica di Shanghai del 2006 che ha stabilito le 500 migliori università del mondo, a partire dalle quali hanno stabilito un indice di performance dei paesi considerati.

In particolare i dati sulle università americane, prime in tutte le classifiche, hanno dimostrato - secondo lo studio - un legame tra autonomia dell'istituto e numero di brevetti depositati. Il lavoro del Centro di studi Bruegel conferma la gerarchia mondiale stilata dal 2003 dall'Università di Jia Tong di Shangai o quella del Times Higher Supplement. Le università americane sono in testa alla classifica: quattro stati americani (Massachusetts, California, New York e Pennsylvania) ottengono una posizione migliore di qualsiasi stato europeo. Solo la Svizzera, la Svezia e la Gran Brategna tengono il confronto.

L'Italia è in coda assieme alla Spagna ed ai paesi dell'Europa orientale e meridionale. Francia e Germania ottengono risultati mediocri. La spiegazione di questa posizione 'mediocre' o bassa dell'Europa, secondo gli economisti, sta nel fatto che l'Europa investe poco nella ricerca e nell'insegnamento superiore. Il totale delle spese pubbliche e private dedicate all'insegnamento superiore negli allora 25 paesi dell'Ue non superava nel 2001 l'1,3% del prodotto interno lordo, contro il 3,3% negli Stati Uniti. In Italia la percentuale scendeva allo 0,9%. Anche le spese per gli studenti erano largamente inferiori: 8.700 euro contro 35.500 euro negli stati Uniti.

Ma l'investimento finanziario non sarebbe l'unica chiave del successo delle università secondo i ricercatori: l'autonomia budgettaria sarebbe un plus anzi raddoppierebbe gli effetti positivi indotti dall'aumento dei finanziamenti. Invece un freno alle performance dell'università sarebbero lo statuto pubblico e l'assunzione di professori usciti dalla stessa università, due elementi dominanti fino ad ora nel sistema universitario francese, secondo Le Monde.