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Università

Test Medicina, 4 atenei nella bufera


 
 
01 dicembre 2017

UNIVERSITA': TEST: QUATTRO ATENEI NELLA BUFERA /ANSA

(ANSA) - ROMA, 10 SET - Sono almeno quattro gli atenei - Catanzaro, Bari, Ancona e Chieti - finora nell'occhio del ciclone per irregolarità nello svolgimento dei test di ammissione. Indagini sono in corso e nei prossimi giorni è attesa anche la decisione del ministro dell'Università e della ricerca, Fabio Mussi, su un eventuale annullamento delle prove. Ma in altri atenei, come a Messina, sono state segnalate possibili anomalie nel corso delle prove. Il filone delle segnalazioni è stato aperto la scorsa settimana dall'Università di Catanzaro, alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, dove lo stesso rettore ha denunciato che i plichi che contenevano i test di ammissione erano stati aperti. A Catanzaro, si ipotizza la sottrazione di modelli dai plichi inviati all'università. Ossia, che alcuni documenti siano stati sottratti per far conoscere a qualcuno in anticipo le domande contenute nei test di ammissione. Oltre a Catanzaro prende forma un'altra inchiesta avviata un anno fa. Oggi la Guardia di Finanza ha compiuto perquisizioni e sequestri nelle università di Bari, Chieti ed Ancona. L'inchiesta interessa la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sette le persone indagate per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato. Una cinquantina gli studenti coinvolti. La verifica sulla correttezza dei test di ammissione potrebbe riguardare anche l'Università di Messina. Il ministro Mussi, che ha ipotizzato un altro caso di irregolarità senza citare quale università riguarderebbe, ha però parlato espressamente di Messina dove si concentrerebbero i migliori risultati nei test per l'ammissione ai corsi di medicina, e "quando ci sono delle anomalie statistiche - ha detto il ministro - bisogna capirne il perché".

 

UNIVERSITA': TEST NEL CICLONE, NUOVE IRREGOLARITA'

MUSSI, 'AL MIO RIENTRO DA SUD AFRICA PRENDERO' DECISIONI'

(ANSA) - ROMA, 10 SET - Atenei nella bufera. Si sta allargando il filone delle inchieste per presunte irregolarità nelle prove di ammissione alle facoltà a numero chiuso. Sono quattro finora le università nell'occhio del ciclone (tutte per l'accesso a Medicina) ma non è escluso che altre se ne aggiungano nelle prossime ore. Dopo il caso di Catanzaro, dove la scorsa settimana è stata denunciata un'impropria apertura dei plichi dei test per l'ammissione al corso di Medicina, oggi ha avuto un' accelerazione l'indagine avviata un anno fa nelle Università di Bari, Chieti e Ancona. La Guardia di Finanza ha effettuato in questi atenei perquisizioni e sequestri. Ma le verifiche nelle università sulla correttezza degli esami di ammissione non finiscono qui. Da Città del Capo, dove ha inaugurato un centro di ingegneria genetica e biotecnologia, il ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi, fa sapere che in un altro ateneo potrebbero essersi verificati illeciti. Non fa il nome dell'università; si limita a dire: "Ci sarebbero buste aperte prima di un concorso in un'altra università, a segnalare che qualcosa non andava è stato il rettore". Il ministro cita però il caso dell' Università di Messina dove si concentrerebbero i migliori risultati nei test per l'ammissione ai corsi di medicina e, per Mussi, "quando ci sono delle anomalie statistiche bisogna capire il perché". Al rientro a Roma, il ministro, che attende una relazione dai suoi collaboratori, prenderà le decisioni del caso. A Messina, intanto, la Guardia di Finanza ha sequestrato la documentazione relativa ai test svolti nel 2005 per l'ammissione alla facoltà di Medicina, che accoglie ogni anno 200 matricole. Questa indagine è stata aperta dopo la denuncia per irregolarità di un candidato escluso. A Catanzaro, si sta indagando sull'ipotesi di sottrazione dei documenti dai plichi, così da far conoscere a qualcuno, in anticipo, le domande contenute nei test di ammissione. Nei prossimi giorni gli investigatori potrebbero chiamare a deporre alcune persone informate dei fatti. Secondo il rettore di Ancona, Marco Pacetti, le procedure dei test sono blindate e la vicenda può essere spiegata come un caso di millantato credito: "si sa che ci sono soggetti che aiutano gli studenti nella preparazione e, in qualche caso, garantiscono addirittura il risultato. Forse, qualcuno deluso dell'esito, si è rivolto alle forze dell'ordine". Mentre le inchieste giudiziarie seguono il loro corso - sette gli indagati e una cinquantina gli studenti coinvolti nell' indagine della Procura della repubblica di Bari - il mondo universitario e politico è in fermento. C'é chi come Pietro Folena, presidente della Commissione cultura della Camera, propone l' abolizione di questo tipo di esame: "Gli scandali "siano l'occasione per abolire un sistema che non funziona". Fra l'altro, per Folena, "i test di ingresso rappresentano una limitazione del diritto allo studio che è un bene garantito costituzionalmente". Dello stesso avviso anche il deputato dell'Udeur Pasquale Giuditta che ha presentato sulla questione un'interrogazione al ministro Mussi. Secondo Azione Universitaria, il caso dei test "é l' esempio che tutto il sistema accademico italiano è marcio e di pessima qualità. L'accademia italiana è la negazione della meritocrazia e della trasparenza". "Le prove si devono ripetere" sollecita Loredana De Petris, senatrice dei Verdi, secondo la quale "quello che è avvenuto quest'anno è la punta di un iceberg che nelle università italiane si protrae da troppo tempo". Per l'Unione degli universitari, lo scandalo dei test d'ingresso "testimonia come il sistema dei quiz per selezionare l'ingresso all'Università sia fallimentare e vada superato". L'organizzazione studentesca ne è così convinta che sta organizzando un ricorso collettivo per chiedere l'annullamento del test svoltosi lo scorso 4 settembre. "Non è più possibile - avverte l'Udu - continuare con questo assurdo meccanismo di sbarramento nei confronti di chi vuole formarsi!". Intanto, si teme una valanga di ricorsi da parte di quegli studenti che hanno svolto regolarmente i test in atenei non coinvolti dallo scandalo e che ora potrebbero essere costretti a ripeterli.

 

UNIVERSITA':DA ESAMOPOLI A CONCORSI PILOTATI,INDAGINI A BARI

(ANSA) - BARI, 10 SET - Professori, bidelli e impiegati della facoltà di economia che vendono gli esami agli studenti; noti cardiologi nazionali che fanno vincere ai propri collaboratori i concorsi per docenti di cardiologia; professori di medicina interna che danno vita ad un'associazione per delinquere per far vincere i concorsi ai propri favoriti. Sono i fatti su cui s'indaga in tre soltanto delle indagini più importanti che la procura di Bari ha in corso sull'università di Bari, oltre a quella sui test di ingresso alla facoltà di medicina e odontoiatria delle università di Bari, Ancona e Chieti che oggi è sfociata con sequestri, perquisizioni e la notifica di sette avvisi di garanzia. L'indagine più nota, e che promette sviluppi, è quella sulla compravendita di esami alla facoltà di economia. I carabinieri del Reparto operativo di Bari hanno anche stilato il tariffario a cui dovevano attenersi gli studenti: 500 euro per gli esami più facili, 2-3.000 per i più difficili e 15.000 euro per acquistare un pacchetto di esami compresa la tesi di laurea. Secondo i militari, il giro d'affari era vorticoso, circa 50.000 euro in otto mesi). Nell'indagine sono indagate 24 persone: undici per associazione per delinquere finalizzata alla concussione, alla corruzione (anche gli studenti) e alla rivelazione del segreto d'ufficio.

 

UNIVERSITA': TEST; I NOMI DEI SETTE INDAGATI

(ANSA) - BARI, 10 SET - Questi i nomi delle sette persone indagate dalla procura di Bari nell'ambito dell'indagine che ha portato all'emissione di sette avvisi di garanzia, a perquisizioni e sequestri per presunti test agevolati per l'ammissione alle facoltà di medicina e odontoiatria. Ad Ancora l'avviso di garanzia è stato notificato al prof.Maurizio Procaccini, direttore dell'Istituto di Scienze odontostomatologiche e presidente del corso di laurea di Odontoiatria e protesi dentaria dell'università politecnica delle Marche; a Bari al ginecologo Giuseppe Varcaccio, che è anche consigliere comunale di An a Bari, che aveva un figlio che partecipava ai test; a Marcantonio Pollice, al figlio Giulio e a sua moglie Paola Favaretto, titolari della società di Polignano a Mare (Bari) che preparava gli studenti ai test; all'esperto di informatica Francesco Avellis, e ad Emanuele Valenzano, papà di una studentessa che partecipava ai test. Dalle indagini è emerso che i 'centri di ascolto', come li ha definiti il procuratore di Bari Emilio Marzano, che inviavano le risposte si trovavano nell'ufficio di Varcaccio, nel Policlinico di Bari, e nell'abitazione di Emanuele Valenzano.

 

UNIVERSITA':TEST;RETTORE BARI,ESAME BLINDATO MA FATTI AMAREGGIANO

(ANSA) - BARI, 10 SET - "Sono sereno, perché quello che potevamo fare per blindare l'esame lo abbiamo fatto e questo ci é stato riconosciuto dal Ministero e dalla Procura di Bari, ma nello stesso tempo esprimo indignazione e amarezza per quanto rivelato dall'inchiesta, noi siamo davvero la parte lesa". Lo ha detto il rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli, in relazione all'inchiesta sul test per l' accesso alla facoltà di medicina e odontoiatria dell'università di Bari nel quale sono indagate sette persone. Petrocelli non si è pronunciato sulla possibile invalidazione della prova: "La decisione - dice - spetterà al ministero". "Per la prima volta quest'anno - sottolinea - abbiamo studiato una serie di misure per garantire legalità e trasparenza alla prova: appena arrivate le tracce sono state chiuse in una stanza senza finestre cui era stata cambiata la serratura pochi minuti prima". "Durante la prova - aggiunge - é stato consentito l'accesso solo ai candidati e ai commissari e poi, proprio all'ultimo, abbiamo deciso di modificare la disposizione dei candidati nelle aule, seguendo un ordine anagrafico oltre alla consueta misura di non fare mettere vicine persone con lo stesso cognome". "Noi abbiamo fatto il possibile per tutelare coloro che si guadagnano le tappe della loro carriera con il sudore della fronte - conclude - ma tutta questa storia e il giro d'affari che sembra esserci dietro è espressione del fatto che qualcosa non va nella società civile".

 

UNIVERSITA': TEST; RETTORE ANCONA, PRONTI A VIE GIUDIZIARIE

(ANSA) - ANCONA, 10 SET - L'Università Politecnica delle Marche è pronta ad adottare le iniziative legali necessarie a tutelare il buon nome dell'ateneo. Lo ha annunciato Marco Pacetti, rettore dell'ateneo marchigiano finito nell'inchiesta barese sugli esami di ammissione facili, che ha già sette indagati (di cui uno di Ancona), una cinquantina di studenti coinvolti e che ha portato a perquisizioni e a sequestri effettuati oggi. Secondo Pacetti, già da domani l'ufficio legale valuterà il da farsi e l'Università è pronta ad agire, rappresentata dall'Avvocatura dello Stato, "quando saranno state individuate le responsabilità". Ad Ancona, le Fiamme gialle di Bari hanno sequestrato oggi pomeriggio, presso la segreteria della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, gli elaborati dei test di ammissione sostenuti pochi giorni fa da circa 700 studenti, compresi i cosiddetti atti connessi, che permettono di passare dai nomi dei candidati ai numeri loro assegnati sulle schede, per assicurare lo scrutinio in forma anonima. A giudizio di Pacetti, le irregolarità rischiano di "ledere i diritti di quanti hanno sostenuto l'esame in modo lecito, senza aiuti, bloccando l'intera procedura" che potrebbe essere invalidata.