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In Sudafrica polo ricerca genetica con contributo Italia


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - CITTA' DEL CAPO, 10 SET - Taglio del nastro oggi a Città del Capo per la nuova sede in Sudafrica del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (Icgeb), la cui direzione generale ha sede in Italia, a Trieste. Il Centro è stato inaugurato dal presidente della Repubblica del Sudafrica, Thabo Mbaki e dal ministro dell'Università e ricerca, Fabio Mussi.

Alla cerimonia hanno anche partecipato autorità politiche e scientifiche provenienti da vari Paesi africani, India, Cina ed Usa. L' Icgeb è un centro di ricerca internazionale (55 i Paesi membri) finanziato all' 80% dall'Italia. La sede di Città del Capo va ad aggiungersi alle altre due esistenti, quella di Trieste e quella di Nuova Delhi. La creazione del terzo polo del Centro in Sudafrica, ha affermato oggi il ministro Mussi, "é una delle più importanti iniziative mai realizzate per lo sviluppo della scienza in Africa e per l'Africa e punta a ridurre il divario esistente tra l'Africa e il resto del mondo nel settore delle biotecnologie; ma l' obiettivo, soprattutto - ha precisato - è quello di sviluppare la ricerca su nuovi vaccini per combattere le malattie infettive e croniche che affliggono il continente, come aids, Tbc, malaria, epatiti B e C".

Tra gli obiettivi a lungo termine, per i quali molto apprezzamento ha espresso il presidente del Sudafrica, anche quello di trovare "soluzioni biotecnologiche" per incrementare la produttività agricola e ridurre così la precarietà delle risorse alimentari nei Paesi africani.

RICERCA:SUDAFRICA-ITALIA;NASCE POLO PER CONTINENTE NERO/ANSA
INAUGURATO DA MINISTRO MUSSI;OBIETTIVO VACCINI CONTRO AIDS E TBC

(dell'inviata Manuela Correra) (ANSA) CITTA' DEL CAPO, 10 SET - Per il Sudafrica e vari paesi africani rappresenta una sfida decisiva: cercare di mettere a punto vaccini e medicinali contro malattie endemiche nel continente nero - dall' Aids alla malaria, alle malattie infettive autoctone -, superando il disinteresse delle grandi multinazionali farmaceutiche. Nasce esattamente con questo obiettivo la sede sudafricana del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (Icgeb), inaugurata oggi a Città del capo alla presenza del presidente della Repubblica del Sudafrica, Thabo Mbeki e del ministro dell' Università e ricerca, Fabio Mussi. Aids, tbc, malaria, epatite B e C, ma anche le cosiddette malattie orfane, ovvero patologie rare ma endemiche in queste zone: sarà contro questi 'flagelli' che i ricercatori dell' Icgeb a Città del Capo - sede che va ad aggiungersi a quella di Trieste, che è anche la direzione generale, e di Nuova Delhi - cercheranno di trovare una soluzione. E significativo è, appunto, il contributo italiano: "L' Icgeb - ha sottolineato Mussi - è un centro di ricerca internazionale cui partecipano 55 paesi, con sede a Trieste e finanziato all' 80% dall' Italia. In Sudafrica - dunque - il nostro impegno sarà forte e contribuiremo anche finanziariamente". Un impegno accolto con entusiasmo dal presidente Mbeki: "E' un esempio di task force internazionale per il bene di tutta l' umanità - ha detto - perché l' attenzione sarà verso malattie spesso dimenticate e questo avrà un grosso impatto per la popolazione. E' importante - ha quindi esortato - che l' Africa non sia lasciata indietro, ma che cammini con il resto del mondo ed i nostri scienziati stanno dando già un contributo in tal senso". L' Italia è in prima linea, dunque, a fianco del continente nero: "Non ci si può occupare di Africa - ha commentato Mussi - solo nei festival della bontà la domenica, ma c' è bisogno di un impegno costante per garantire ad una parte dell' umanità condizioni di vita accettabili, oltre che per prevenire la ricomparsa anche in Occidente di malattie oggi debellate". Per questo, ha spiegato il direttore generale Icgeb e genetista, Francisco Barall, "vogliamo affrontare i principali problemi che affliggono oggi l' Africa, ovvero le malattie infettive, con lo sviluppo di vaccini, ma punteremo pure alla ricerca sulle malattie croniche, come tumori e patologie cardiovascolari. L' Italia è il nostro maggiore sponsor, ma speriamo - ha aggiunto - che anche il G8, che ha menzionato questo progetto, ci dia presto un supporto finanziario". Il Centro di Città del Capo avrà un finanziamento iniziale da parte del Governo sudafricano di circa 1,1 milioni di euro l' anno e con questo fondo, cui si aggiungerà un contributo italiano, il Centro inizierà la propria attività avvalendosi di una trentina tra ricercatori e tecnici. La sede sudafricana, inoltre, collaborerà anche con università ed enti italiani e sono previste attività di formazione per i ricercatori africani, con corsi, borse di studio e fondi ad hoc, che permetteranno a questi scienziati di tornare nel proprio paese con un minimo contributo che consenta loro di continuare ad operare. In prospettiva, si punta anche ad abbracciare altri settori, come quello dell' agricoltura, per incrementare la produttività attraverso le biotecnologie.