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Ricerca

Montalcini: ascoltare grido allarme rettori


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - ROMA, 21 APR - La ricerca è una "priorità" e "occorre ascoltare il grido di allarme dei Rettori e degli Enti di ricerca sulla difficile situazione finanziaria nella quale si trovano". Ad affermarlo, dopo l'appello lanciato nei giorni scorsi dai Rettori, è la senatrice e Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini, la quale sottolinea come l'Università e la Ricerca siano il "futuro del nostro Paese e delle nuove generazioni".

"E' necessario - afferma la senatrice in una dichiarazione - avere accesso alle risorse come disposto dalla legge Finanziaria e poter utilizzare quanto prima i fondi previsti per la stabilizzazione e il reclutamento dei giovani ricercatori. Come affermato dal Presidente Prodi nel suo messaggio da Tokyo: la Ricerca è una priorità".

Questa priorità, prosegue Rita levi Montalcini, è "tra i dodici punti del programma della maggioranza, definito dopo la crisi". In questa ottica, secondo la senatrice, "occorre anche individuare, se possibile, nuove risorse così da attenuare gli effetti dei tagli ai finanziamenti". Un segnale della politica in questa direzione, avverte, "sarebbe positivo sia per il mondo della ricerca sia per quello dell'Università, ma soprattutto per i giovani, oggi giustamente preoccupati per il loro futuro". La ricerca e la formazione, afferma ancora, "sono fondamentali per lo sviluppo e la competitività di un Paese e la conoscenza è uno dei fattori basilari per garantire sviluppo e coesione sociale".

A sottolineare la gravità della situazione è stato anche il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) Fabio Pistella, secondo il quale un modo per attenuare le difficoltà per gli enti di ricerca sarebbe il recupero dei fondi accantonati in base alla legge Finanziaria 2007: un'operazione che garantirebbe una disponibilità aggiuntiva per tutti pari a 220 milioni di euro. E questa strada è stata nelle scorse settimane indicata anche dallo stesso ministro della Ricerca Fabio Mussi. In particolare, per quanto riguarda il Cnr, come ha già ricordato Pistella, esso proviene da "una storia di sofferenza, caratterizzata dalla continua diminuzione del contributo ordinario dello Stato". E i numeri parlano da soli: "Dal 1998 - ricorda Pistella - tale contributo è, in termini nominali, sostanzialmente fermo e si passa dai 528 milioni di euro del 1998 ai circa 548 nel 2005, che divengono 537 nel 2006".