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Università

Mussi: porte aperte a 10 mila ricercatori in 3 anni


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - ROMA, 26 MAR - Nei prossimi tre anni "si dovrebbero aprire le porte per circa 9-10.000 nuovi ricercatori". Lo ha affermato il ministro dell'Università e Ricerca Fabio Mussi partecipando ad un videoforum su repubblica.it. Riferendosi al piano straordinario per l'assunzione dei ricercatori, Mussi ha sottolineato che oggi presenterà ai sindacati le nuove regole per l'assunzione. Le assunzioni ci saranno, dunque, ma, ha tenuto a precisare Mussi, "a regole cambiate, e cioé su standard internazionali". Nel nuovo sistema, ha spiegato il ministro, "é prevista la presenza di valutatori internazionali e ci saranno procedure semplificate affidate agli atenei, ma anche una verifica a tre anni e una valutazione complessiva dei risultati affidata alla costituenda Agenzia". Se il meccanismo si dimostrerà valido, ha annunciato il ministro, "ho intenzione di estenderlo anche ai professori ordinari e agli associati.

Il ministro ha anche affrontato la questione della scarsità dei finanziamenti per la ricerca: "La scarsità dei fondi - ha detto - è uno dei forti limiti strutturali sulla strada del rinnovamento, che va superato". E le cifre, ribadite da Mussi, parlano chiaro: "La spesa italiana in Ricerca e sviluppo è pari all'1,1% e gli investimenti pubblici sono sotto la media Ue; inoltre, se nel mondo le imprese investono 2-3 dollari a fronte di un investimento dello Stato pari ad un dollaro, in Italia se lo Stato investe un euro, le imprese investono 0,50 centesimi". Ed ancora: "Sulla ricchezza netta prodotta - ha detto Mussi - riconvertiamo in Ricerca e Sviluppo il 2,3% contro il 5,5% della media Ue e il 9,6% del Giappone". Quanto alla Finanziaria 2007, le risorse per "finanziare ordinariamente università ed enti di ricerca pubblici continuano ad essere scarse, mentre va molto meglio per i finanziamenti ai progetti di ricerca".

Approderà questa settimana al Consiglio dei ministri il regolamento della nuova Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca (Anvur). Lo ha annunciato il ministro dell'Università e ricerca Fabio Mussi partecipando oggi ad un videoforum su Repubblica Tv. "Si tratta di una novità che si aspetta da 20 anni - ha affermato il ministro - ed è uno strumento fondamentale per riportare il sistema dell'università e della ricerca entro standard internazionali per una maggiore qualità". L'Anvur, ha sottolineato Mussi, rappresenta un "salto di qualità": "L'Agenzia - ha ricordato - è infatti un'istituzione indipendente sia rispetto ai soggetti valutati sia rispetto al potere politico ed il suo compito è valutare i risultati dovunque siano impiegati dei soldi pubblici, incluse le imprese per le voci di ricerca e innovazione". La valutazione dei risultati, ha detto Mussi, "può consentirci di cambiare anche il sistema di finanziamento, in modo da premiare chi fa bene e chi migliora". L'Anvur, ha concluso il ministro, "potrebbe essere una rivoluzione per il nostro sistema universitario e di ricerca".

Ridurre il numero dei professori a contratto nelle università, così come il numero dei corsi, e puntare invece sul potenziamento degli insegnamenti che "corrispondono a un vero piano didattico e di ricerca". E' questo uno degli obiettivi del ministro dell'Università e ricerca Fabio Mussi per una razionalizzazione del sistema universitario. Riferendosi al numero dei professori a contratto, durante un videoforum su Repubblica Tv, Mussi ha affermato che le università "hanno usato questo metodo per moltiplicare a dismisura il numero dei corsi e frammentare gli insegnamenti. I professori a contratto sono 38.000 - ha rilevato - una vera enormità; in questo modo - ha aggiunto il ministro - si è avuto un calo della qualità". Per questo, ha concluso, "nel decreto sulle classi di laurea, si stabilisce che nessun nuovo corso può essere attivato se non è prevista la metà dei docenti".