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Ricerca

Mussi a Cun, più certezze per "cervelli" rientrati


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - ROMA, 22 MAR - Più certezze per i ricercatori tornati a lavorare in Italia grazie alla legge sul rientro dei cervelli, consentendo e agevolando la stabilizzazione in ruolo come docenti: è questo l'obiettivo della lettera nella quale il ministro per l'Università e la Ricerca, Fabio Mussi, chiede al Consiglio Universitario Nazionale (CUN) di rivedere l'interpretazione della legge che regolamenta il programma del rientro dei cervelli.
"Ritengo opportuno - scrive Mussi al presidente del CUN, Andrea Lenzi - procedere ad una riconsiderazione, unitamente a Lei ed al Consiglio Universitario Nazionale, delle problematiche poste dalla applicazione dell'articolo 1, comma 9, della legge 4 novembre 2005 n. 230", che prevede alcune possibilità di accesso a posti di professore ordinario e nelle università italiane. Sulla base di questa disposizione, prosegue la lettera, le università possono accedere ad una copertura del 10% dei posti di professore ordinario e associato tramite chiamata diretta di studiosi stranieri, o italiani impegnati all'estero, "che abbiano conseguito all'estero una idoneità accademica di pari livello".
Lo stesso articolo prevede che questa forma di reclutamento debba essere autorizzata dal ministero per l'Università e la Ricerca su proposta delle università e previo parere del CUN. L'articolo, rileva ancora il ministro nella lettera, "prevede tre tipologie di accesso ai ruoli docenti delle università italiane, nella posizione di professore ordinario o associato (con esclusione, dunque, della posizione di ricercatore): a) per chiamata diretta di studiosi stranieri, o italiani impegnati all'estero, che abbiano conseguito all'estero una idoneità accademica di pari livello (per posti di professore ordinario o associato); b) soggetti che 'sulla base dei medesimi requisiti', hanno già svolto un 'periodo di docenza nelle universita' italiané, in base a chiamata diretta autorizzata dal Ministero; c) la chiamata diretta di studiosi di chiara fama, esclusivamente per il posto di professore ordinario".