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Università

Mussi, il Paese deve darsi una mossa sulle risorse umane


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - BOLOGNA, 3 MAR - "Il Paese deve darsi una mossa su un punto strategico, che è l'occupabilità dei laureati, cioé la composizione intellettuale del mercato del lavoro e del lavoro stesso". Lo ha detto il ministro dell'Università e della ricerca, Fabio Mussi, commentando a Bologna l'indagine di Almalaurea secondo cui calano sempre di più le possibilità di trovare occupazione per i giovani laureati che, anche in casi positivi, hanno compensi inadeguati ai loro studi. "Se non si dà una scossa nella qualità dell'università e nell'atteggiamento del mondo economico - ha detto ancora Mussi - l'Italia non si riprenderà stabilmente mai". Senza risolvere questo problema inoltre - ha concluso il ministro - "la ripresa, pure molto importante, che è in corso, non produrrà gli effetti di qualità e competitività che dovrebbe produrre".

"La vera miniera del lavoro precario è la pubblica amministrazione, a cominciare dall'Università". Il ministro per l'Università e la ricerca Fabio Mussi ha questa convinzione, espressa a Bologna in una tavola rotonda per la presentazione dei risultati della ricerca di Alma Mater. "Se sparissero i precari - ha detto - l'Università chiuderebbe bottega. Si regge su un vasto esercito di servi della gleba che sono al di sotto di tutto". Anche nella pubblica amministrazione, secondo Mussi, la situazione non è rosea. "Il lavoratore precario - ha detto - spesso dipende non dal cittadino, ma dal sindaco, dall'assessore o dal dirigente che può rinnovargli il contratto. Una situazione - ha concluso il ministro - che mette in dubbio anche il principio costituzionale di terzietà della pubblica amministrazione".

Se i giovani laureati stentano a trovare subito un'occupazione adeguata ai loro studi, "la colpa principale è di un mercato del lavoro e di un lavoro a bassa composizione intellettuale: le imprese cercano molti analfabeti". Lo ha detto il ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi, interpellato a margine di un convegno a Bologna sull'indagine di Almalaurea che ha evidenziato le difficoltà occupazionali dei neolaureati. Questo - secondo il ministro - "in parte dipende dalla struttura del sistema produttivo italiano di piccole e piccolissime imprese. E la propensione a investire in qualifiche superiori che vanno meglio remunerate (la remunerazione dei laureati è un altro dato che fa spavento) è bassa". Mussi ha rilevato pure che "vediamo dal lato del lavoro un dato terrificante sul piano degli investimenti". Il ministro ha ricordato in particolare che in Italia il dato degli investimenti in ricerca e sviluppo, e quindi in innovazione, è pari al 2,3% del valore aggiunto, contro una media europea del 5,5, per la Germania 7,5, Usa 8,7, Giappone 9,7. "Dato che gli investimenti in innovazione sono così bassi - ha concluso Mussi - è evidente che è anche più bassa la propensione ad assumere laureati".