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Ricerca

Agenzia nazionale su nanotecnologie


 
 
01 dicembre 2017

(ANSA) - MILANO, 14 FEB - Una 'Iniziativa Nazionale per le Nanotecnologie' che "coinvolga ricerca pubblica e imprese e consenta di mobilizzare risorse economiche adeguate e orientare l'attività verso obiettivi prioritari condivisi". E' quanto torna a chiedere al governo l'Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (AIRI) che su questo tema già nello scorso mese di settembre aveva scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Romano Prodi, oltre che ai ministri Mussi, Turco, Bersani, Pecoraro Scanio e Nicolais. Quando si guarda un televisore a cristalli liquidi, si maneggia un telefonino cellulare oppure si indossa un capo sportivo 'tecnico' - ha osservato questa mattina nel corso di una conferenza stampa il presidente di AIRI, Renato Ugo - non ci si sta molto a pensare. Eppure in quel momento si sta utilizzando un prodotto delle cosiddette 'nanotecnologie', tecnologie cioé che consentono di osservare, misurare e manipolare la materia su scala atomica e molecolare. L' affollamento di questi prodotti della tecnologia dell' infinitamente piccolo (il diametro di un capello ha dimensioni dell'ordine di 80.000-100.000 nanometri) dice chiaramente come sia cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni l' attenzione a questo settore di ricerca, in cui nel mondo sono concentrati finanziamenti per 10 miliardi di dollari. E quanto l' economia di un Paese avanzato si aspetti da essa. "Ma se negli Stati Uniti - ha detto il professor Ugo - già con la presidenza Clinton si era dato un forte impulso al sostegno di una iniziativa nazionale sulle nanotecnologie che, anche a livello di Unione Europea godono di grande attenzione, in Italia non vi è ancora una iniziativa nazionale fondata su parametri di programmazione selettiva, continuità dello sforzo finanziario e razionalizzazione delle molte e sparse attività di ricerca". Perché in Italia ci sono numerosi, validi laboratori di ricerca sulle nanotecnologie. Si tratta in genere di piccole e medie imprese, ma anche esempi di aziende maggiori che al settore hanno dato molto: "Quando guardiamo un televisiore a cristalli liquidi - ha detto Ugo - dobbiamo sapere che dentro c'é un prodotto italiano, studiato e realizzato dal Gruppo SAES Getters, pioniere e leader mondiale nel campo delle speciali leghe metalliche con particolari capacità di assorbire gas". Importante anche l'attività di STMicroelectronics, di Pirelli Labs, dell'ENI, del Centro Ricerche Fiat, del CNR. "Il punto è - secondo Ugo - che i nostri laboratori di ricerca afferenti alle diverse aziende, vanno in ordine sparso, senza che siano indicati obiettivi precisi, né destinati fondi ad hoc. In sostanza, manca una risposta da parte del Sistema Italia, una 'Agenzia Nazionale delle Nanotecnologie' simile a quella che esiste in altri Paesi (Cina, Corea, Taiwan, Israele, Irlanda, Giappone, Germania, Francia Inghilterra, Olanda...). Il settore - ha concluso il professore - né ha estremamente bisogno in questo momento, se non vuole perdere il treno, come già accadde con le biotecnologie negli anni Ottanta".